sabato 10 marzo 2018

Schubert e Mahler


Ho capito perché ho sempre amato sia Schubert che Mahler, sin da ragazzo...

«La peculiarità di Schubert consisteva nell’essere nel mondo e nello starci con una sconfinata e gioiosa partecipazione, ma nell’essere contemporaneamente anche altrove, nell’avere a che fare con le cose ma anche al tempo stesso, con l’essenza più segreta di esse. Per comprendere a fondo la struggente contraddizione di questo essere contemporaneamente qui e altrove, abbiamo dovuto aspettare uno dei più schubertiani fra i Lieder di Mahler, Ich bin der Welt abhanden gekommen [Sono ormai perduto al mondo]. Il qui e l’altrove, le cose e la loro indicibile essenza si ritrovano nella musica di Schubert, ma nei gesti della vita di ogni giorno tutto questo si annunciava attraverso la silenziosa eloquenza di quei sorrisi e in quella ritrosia che solo uno sguardo superficiale poteva definire modestia» (1).







 (1) (Enzo Restagno, Prefazione all'edizione italiana, in Schubert, l'amico e il poeta, nelle testimonianze dei suoi contemporanei - a cura di Otto von Deutsche, EDT, Torino 1999, p. XII).

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